20 aprile 2018
Con l’affermarsi delle cripto-valute, tra le più conosciute il Bitcoin, si affermano le piattaforme tecnologiche a supporto e per la gestione delle stesse, studiate dai grandi istituti di credito e dalle Banche centrali per la loro possibile applicazione ai sistemi di pagamento, al fine di renderli più sicuri e eliminare la necessità di intermediari di garanzia della loro validità.
Il settore bancario, pur in assenza di un quadro normativo ad hoc, cerca già di concretizzare progetti applicativi della tecnologia Blockchain che non interessa solo le banche e pagamenti digitali ma, anche i più svariati ambiti commerciali e legali.
Una prima sperimentazione condivisa da alcune delle banche
principali e con la Sia quale partner per gli aspetti infrastrutturali e di
servizio del sistema, ha evidenziato l’applicabilità della tecnologia Blockchain-Distribued
Ledger in area crediti, nel campo dell’anticipo fatture con un’effettiva
riduzione del rischio (con un calo delle frodi con fatture false o dell’invio
di doppioni) e degli aspetti burocratici (con una maggior velocità e quindi un
significativo vantaggio economico per banche ed aziende clienti).
La blockchain, che in italiano, letteralmente, significa “catena di blocchi”, è una sorta di registro dove si annotano tutte le transazioni tra una pluralità di soggetti, eliminando il bisogno di intermediari che ne garantiscano la validità. Un registro che può essere pubblico o privato. In quest’ultimo caso solo gli utenti identificati e autorizzati possono partecipare al network, con lo scopo non tanto di scambiarsi moneta digitale, ma di condividere informazioni e automatizzare processi di business. Potenzialmente, una grande rivoluzione
Una grande opportunità è data soprattutto dalla possibilità di memorizzare documenti e informazioni criptate nel registro condiviso. La Blockchain può essere considerata come International Notary per la gestione di certificati di proprietà, atti di compravendita e proprietà intellettuale. Vi è la possibilità di generare veri e propri contratti cd. Smart contracts grazie alla possibilità di vincolare le transazioni a regole predefinite e immodificabili, con la certezza che le parti assolvano gli adempimenti pattuiti.
Vantaggi e criticità
La tecnologia blockchain rappresenta una svolta epocale e complessa ma, per tale motivo, l’adozione generalizzata richiede qualche precauzione d’uso. Non possono essere messi a rischio i risparmi dei consumatori (per possibili effetti negativi nell’applicazione nell’ambito bancario) o persino il funzionamento dei sistemi economici (a seguito degli utilizzi in campo monetario o legale, per i potenziali nocivi sulla conservazione di documenti legali e quindi per es. sulla tutela dei contratti). Tra la visione futuristica di qualche progettista geniale e l’applicazione reale e ormai parte della vita comune si frappongono regolamenti e standard normativi, leggi e prassi di ogni tipo.
Tecnologicamente è solo questione di tempo e di investimenti per l’adozione a fattore comune, generalizzato a livello sociale ma, appare più complesso coniugare con la nuova tecnologia gli standard di sistemi legali, contabili e finanziari, consolidati da decenni di pratiche. E lo stesso vale per il settore legale, assicurativo, contabile. La blockchain agevola in modo rilevante la digitalizzazione dei contratti, i c.d. smart contract. In analogia con i bitcoin, anche per gli smart contract c’è il rischio di perdita totale.
I documenti rappresentativi di diritti, ad es. per il possesso nel campo della digitalizzazione legale, si trasformano, in sostanza, in un codice univoco. In assenza di intermediari (a es. le banche) o Autorità di gestione e garanzia (a es. nel campo dei pubblici registri) in tutti i casi di perdita accidentale, smarrimento o distruzione, o dolosa, furto, si rischierebbe la perdita irrimediabile del diritto.
Da queste considerazioni deriva la necessità di prudenza nell’adozione generalizzata e univoca in campo legale o finanziario perché alla sburocratizzazione e al notevole risparmio di costi e tempi si contrappone la necessità di conversione in digitale di ciò che, per tradizione consolidata, è fisico e gestito da Autorità centrali (ad es. certificati di proprietà, brevetti, ipoteche, contratti, standard di conformità ecc.).
In definitiva la tecnologia Blockchain sembra utile per la potenziale funzione quale pubblico registro con una gestione con costi e tempi ridotti, più efficiente e trasparente di svariati atti con valore legale quali contratti, registrazione di dati sensibili (ad es. sanitari o scolastici) registri di beni mobili o immobili, ad es. il catasto, documenti d’identità (quali carte d’identità, patenti di guida, passaporti) ecc..
La Blockchain rappresenta un’opportunità per rendere i flussi di informazioni più veloci e meno alterabili ma, non potrà mai sostituire del tutto l’intervento umano in quanto si tratta di una tecnologia a supporto del sistema corrente e non completamente sostitutiva dello stesso. Quindi resta ferma la necessità di conservazione a lungo termine di supporti cartacei di dati con valore legale per cui la tecnologia blockchain può interagire a supporto ma non in senso sostitutivo.