20 giugno 2018
Di media il numero di
aggiornamenti e di novità normative
che colpiscono banche di medie e grandi
dimensioni come Ubi, Banco Bpm e Intesa, sono circa 3.500 all’anno.
Si tratta di una complessa amministrazione della burocrazia, soprattutto in un settore difficile come quello del credito, che rischia di comprometterne l’operatività.
Nel 2014 è stato istituito un meccanismo di vigilanza unico dell’Unione bancaria
europea, che ha destinato 3.300 ispettori del Supervisory team della BCE al controllo delle prime 132 banche
europee. Per non parlare poi delle 90 persone che svolgono la medesima funzione di controllo in Banca d’Italia
e dei 32 ispettori della Consob che
vigilano sulle società quotate a Piazza Affari.
L’eccessiva mole di controlli e di persone incaricate ad attuarli, rende necessaria una manovra di semplificazione degli stessi per evitarne la duplicazione e un’eccessiva distrazione di risorse economiche e umane.
Un altro effetto conseguente all’eccesso di regolamentazione e della stringente normativa nel mondo del credito, è stato l’arrivo sul mercato di concorrenti deregolamentati tra i quali Paypal, Amazon e Google che hanno reso più semplici le azioni di pagamento e trasferimento di denaro e non sono soggetti ad altrettanta restringente normativa.
Bisogna evitare che la burocrazia schiacci l’operatività, questo sarà possibile solo procedendo con un alleggerimento della normativa ed attenuando controlli così rigidi e invasivi.