25 maggio 2018
La Corte di Appello di Venezia ha confermato le multe della Consob agli ex vertici della Banca Popolare Vicentina grazie alle testimonianze dei funzionari della Banca ma anche a centinaia di e-mail di pressione sui dipendenti. Ciò in relazione all’imposizione ai clienti dell’obbligo di acquistare le azioni della banca per almeno il 10% dell’importo dei prestiti concessi solo ai clienti contestualmente acquirenti delle azioni della banca,
Si tratta di centinaia di messaggi di posta elettronica di minaccia, di rimozione o di licenziamento, dei dipendenti in caso di mancato collocamento delle azioni della banca alla Clientela. L’operazione diviene sistematica e generalizzata tra il 2013 ed il 2014 a fronte di un consistente aumento di capitale. Una vera e propria pressione ad opera della Direzione centrale della Banca vicentina con la specifica assegnazione ad ogni area territoriale di un obiettivo giornaliero, mensile e annuale di sottoscrizione di azioni dell’azienda di credito, pari al 10% dell’affidamento concesso.
L’operazione si concretizzava in uno storno di interessi o una corresponsione di dividendi e plusvalenze con accredito su un conto dell’importo del finanziamento maggiorato della somma atta a sottoscrivere le azioni e, dopo la sottoscrizione, il collaterale giro sul c/c ordinario del solo importo finanziato.
Si tratta del fenomeno delle “baciate” cioè operazioni finanziarie di sottoscrizione di azioni a fronte di un aumento di capitale in cambio dell’erogazione di una parte di un prestito per acquistarle. Un’operazione non consentita dalla normativa societaria e quindi sanzionata dalla Consob.